C.ps.A.

L’Isola di Lewis: Un progetto per l’adolescenza “Ad ognuno la sua scuola”

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Premessa

Questo  progetto  nasce  dall’incontro  di  diversi  professionisti  (psicologi,

psicoterapeuti, educatori) che operano a vario titolo in istituzioni scolastiche, animati e sostenuti dal desiderio di creare le condizioni che diano luogo ad una strategia di lavoro che tenga conto delle esigenze di ogni soggetto dell’istituzione scolastica e garantisca il buon funzionamento del dispositivo istituzionale.

Per la sua realizzazione il progetto si serve di principi tratti dalla psicoanalisi, di cui non intende applicarne le modalità di intervento, ma avvalersi di essi come fondamento di ogni intervento messo in atto. Il rispetto di questi principi costituisce una garanzia del loro buon esito.

Partiamo dal presupposto che la realtà non sia un dato a priori uguale per tutti, per cui si può stabilire oggettivamente e univocamente quello di cui ogni soggetto ha bisogno per risolvere una situazione problematica. Per questo, consideriamo basilare permettere ad ogni soggetto di mettere in parola ciò che nella sua realtà è fonte di preoccupazione e/o agitazione, piuttosto che applicare una tecnica che permetta di eliminare immediatamente un disturbo.

In secondo luogo, consideriamo che il disturbo di cui soffre un soggetto non sia un corpo estraneo ma costituisce una soluzione problematica a qualcosa di altrimenti insopportabile. Ciò che si presenta come un problema ha una funzione molto importante, che spesso il soggetto stesso ignora, e che lo porta ad essere legato in modo quasi indissolubile al problema di cui soffre. Per questo, in ogni caso si tratta di capire a cosa risponde il disturbo in questione. Per ciò, abbiamo il compito di permettere al soggetto la trasformazione di un disturbo, che è l'altro a segnalargli, in un sintomo, di ciò che non funziona. Pertanto, è prioritario far si che il soggetto possa servirsi della nostra presenza per costruire un modo alternativo di rispondere a ciò che gli è insopportabile. E’ necessario che il nostro intervento dia spazio alla possibilità di mettere in atto quei meccanismi, che risultano  problematici  ma  risponda  in  modo  da  spiazzare  e  sorprendere  il soggetto per consentirgli di inventare una nuova soluzione meno problematica.

In terzo luogo occorre che questa risposta tenga conto della struttura del soggetto. Per struttura del soggetto intendiamo il fatto che, a partire dalla particolare forma con cui si presenta il sintomo, si può avere a che fare sostanzialmente con due modi di funzionamento differenti:

 

- uno in base al quale il soggetto è confrontato con una realtà inconprensibile e potenzialmente pericolosa, una realtà di cui non ha la chiave di lettura, così che ogni cosa può risultare insensata e imprevedibile;

- un'altro in base al quale il soggetto dispone della chiave di lettura che gli

permetterebbe di muoversi tranquillamente ed agiatamente nella sua realtà, ma c'è qualcosa che lo ingombra da cui fatica a separarsi, che gli impedisce di farlo. Dunque, avremo interventi differenti a seconda della struttura, volti, nel primo caso, a rendere la realtà meno minacciosa, nel secondo, a sciogliere quel legame che gli impedisce di muoversi nella sua realtà, consentendogli di interrompere quella ripetizione sintomatica che lo fa star male.

Per ultimo, consideriamo che la struttura del soggetto non si definisce

attraverso  un riferimento ad un sapere dogmatico che ha risposte già codificate, ma ci orientiamo alla teoria psicoanalitica lacaniana per tracciare le coordinate in base a cui - a partire dagli elementi del singolo caso - costruire e verificare l’ipotesi di quale sia la modalità di funzionamento del soggetto in questione.

 

Da questi principi generali nasce questo progetto appositamente pensato per rispondere alle specifiche necessità della scuola: “Ad ognuno la sua scuola”.  Il progetto si articola in otto tipologie di intervento.

 

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