La psicoanalisi e le difficoltà dell’anziano

Di Maria Rita Conrado e  Ezio De Francesco

 

Occorre opporsi all’equazione di Terenzio senectus ipsa morbus, cioè che la vecchiaia sia sinonimo di malattia. E’ indubbiamente vero che l’individuo che affronta quel ciclo di vita chiamato terza o quarta età va incontro ad alcune difficoltà che possono colpire aree diverse del suo funzionamento cognitivo e affettivo, con evidenti risvolti anche a livello familiare e sociale. Ma questa perdita di funzionalità, sia essa fisiologica o patologica, può essere attivamente contrastata  fornendo, attraverso un approccio psicologico, la possibilità di rielaborare il proprio percorso di vita in funzione di un riconoscimento di quello che è il  desiderio inteso come spinta propulsiva e creativa che ha animato e può ancora animare l’esistenza.

Ciò di cui ogni individuo ha fondamentalmente bisogno, qualunque sia l’età, è di essere riconosciuto dall’Altro che assume facce diverse nelle varie fasi dell’arco della vita: famiglia, scuola, società. Sappiamo dalla psicodinamica che l’inconscio ignora la vecchiaia e che l’anziano giunge in genere a sentirsi tale attraverso l’immagine di sé che gli altri gli rimandano, e che ad essa può reagire con sorpresa, scandalo e incredulità, come ci ricorda Simone de Beauvoir. A un livello più profondo ciò a cui va incontro è una vera e propria ferita narcisistica e le strategie adottate per lenirla possono variare dalla negazione all’iperattivismo, dalla reazione aggressiva così come a quella depressiva. E’ in questi casi che un intervento psicologico può svolgere importanti funzioni: di sostegno, di contrasto alla deriva depressiva, di elaborazione e di stimolo cognitivo e relazionale.

Indichiamo in modo sintetico alcune aree di intervento psicologico con la terza e quarta età:

Il deterioramento cognitivo è un fenomeno psicopatologico tipico dell’invecchiamento, sappiamo che accanto al deterioramento senile fisiologico ce n’è un altro che copre uno spettro che va dalla demenza vascolare a quella determinata dall’Alzheimer.

L’ansia, sia essa di stato che di tratto, che in genere nel paziente anziano tende a peggiorare, spostandosi verso la preoccupazione ipocondriaca anche se non va dimenticato che può essere legata a reali fatti organici, come l’ipoglicemia o malattie cardiovascolari.

La depressione. Rispetto a tale area occorre fare delle differenziazioni perché nell’anziano la depressione può presentarsi sia con i tratti della tristezza e dell’autosvalutazione, sia associata a episodi di agitazione psicomotoria e di irritabilità. Altre volte può essere mascherata da sintomi somatici o da altri disturbi psicopatologici come fobie o ossessioni.

Il deterioramento della capacità di legame sociale causata da una tendenza al disinvestimento relazionale ma anche da condizioni di dipendenza o di non autosufficienza.

Al fine di fornire un intervento specialistico per questa fascia di età alcuni C.Ps.A. di Roma hanno attivato il Servizio Psicologico Domiciliare per l’Anziano (SPDA), descritto nella sezione “ATTIVITA’” di questo sito. I Consultori di Psicoanalisi Applicata che erogano questo servizio sono il C.Ps.A. “San Giovanni” (334-8507450) e il “Centro Alios” di Ostia (334-2776522).

 

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