Il fenomeno psicosomatico

Di Francesca Carmignani

I cosiddetti fenomeni psicosomatici sono evidenti lesioni del corpo riconducibili all' influsso di fattori psichici in assenza di cause organiche accertate da un medico. Il fenomeno psicosomatico si riscontra nei soggetti più svariati, e per ciascuno di essi svolge funzioni specifiche, da determinare, cioè, caso per caso, soggetto per soggetto. Dunque non è scontato che tale fenomeno sia da eliminare alla radice, talvolta è necessario solamente renderlo un po’ più vivibile, ovvero mitigarlo nel rispetto e per la salvaguardia di chi ci domanda un aiuto in proposito.

Non tutti i sintomi corporei di cui ci si può lamentare sono da considerarsi allo stesso modo. Ve ne sono di più simili ad un messaggio che vuole essere decifrato (vedi una colite spastica, che può presentarsi nel quadro di una fobia scolastica) e ve ne sono altri più refrattari all’essere interpretati (vedi la colite ulcerosa tra le malattie autoimmuni).

Nel primo caso, un sintomo-messaggio si rivolge ad un altro (“Mamma, forse vado tanto in bagno perché ho paura di non essere abbastanza bravo nell’interrogazione!” dice un bimbo).

Nel caso della colite ulcerosa rileviamo il fenomeno psicosomatico propriamente detto per il quale Lacan ha parlato di un sigillo, ossia di qualcosa che non sarebbe stato destinato ad essere letto da colui che lo vede. Il fenomeno psicosomatico cioè, diviene una “chiusura”, un “congelamento”.

Dunque la sfida davanti a cui la psicoanalisi di Freud e di Lacan non ha intenzione di indietreggiare è quella di sostenere il sofferente nel suo lavoro di parola, proprio perchè si possa arrivare a dire qualcosa di un fenomeno corporeo che sembra avvilupparsi su se stesso senza rivolgersi a chicchessia.

Il dolore ha diritto a trovare ascolto presso uno psicoanalista che accompagnerà chi lo domanda in un cammino che possa riannodare la giunzione tra il suo corpo e la sua parola, un nodo che possa essere oltre che saldo anche mobile, cioè non fissato in una sofferenza muta ma, parlante in un modo giustamente diverso per ognuno di noi.

Si tratta dunque del diritto a riprendere a dare valore alla propria parola, cosicché questa possa provocare degli effetti sul proprio organismo. È così, che con estrema delicatezza, si potrà riaprire quello che prima nel fenomeno psicosomatico era solo un sigillo, un blocco tanto illeggibile e incomprensibile quanto doloroso per chi lo porta su di sé.

Si potrà così scongelare il nodo da rifare tra la carne e la parola… perché, nonostante tutto, del proprio corpo che soffre si può parlare!

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