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Anoressia-bulimia-obesità

Il sintomo, quando prende di mira il corpo, può presentarsi sotto le forme di un rifiuto del cibo o, al contrario, della ricerca spasmodica dello stesso, che si consuma in abbuffate continue cui, a volte, segue il rigetto di quanto ingerito. Si tratta di una pulsione cieca che non sente ragioni, che spinge al di là della propria volontà e si fa beffa dei buoni propositi. Anoressia, bulimia e obesità sono nomi di un disagio.

Ai due poli estremi troviamo soggetti che si riducono all’osso facendo mostra della loro presenza con il loro scomparire, o che, al contrario, si impongono allo sguardo dell’altro tramite un troppo senza confini. Ma i più, sotto le spoglie di un’apparente normalità fisica, nascondono pratiche di quotidiana follia dove il ‘tutto’ e il ‘niente’ coincidono. La psicoanalisi insegna che dietro la maschera, a cui il sintomo anoressico-bulimico e l’obesità aderiscono come effetti del discorso sociale, e in particolare della società post-capitalistica, c’è un’altra maschera, che nasconde e al tempo stesso rappresenta il soggetto. Si tratta di un soggetto che soffre e che ha trovato questa modalità di risposta per accedere al suo desiderio. In genere sono le donne a farsi portatrici di questa sofferenza soggettiva, anche se il sintomo cambia al ritmo dei tempi moderni. E così bambini e giovani uomini emergono come categorie a rischio. Si sa comunque che la spinta al “godimento”, il nome paradossale che Lacan ha dato al soddisfacimento a cui la pulsione di morte spinge, non fa questioni di sesso o di età.

Quando c’è un problema con il cibo spesso non sono i diretti interessati ad avere il sentore di ciò che accade: piuttosto sono i genitori ad andare in angoscia, messi brutalmente di fronte alla loro impotenza. Il soggetto è bloccato. Mobilita attorno a sé gli esperti del corpo, coloro che sanno. Si riproduce così quello stesso meccanismo di riempimento e di rifiuto nell’insistenza della ripetizione.

Chiamare in causa il soggetto, implicarlo nel sintomo, interrogarlo sulla sua posizione, è questa l’offerta della psicoanalisi.

 

Céline Menghi

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